Alla fine del 1700 morì uno degli studiosi  più importanti non solo della città di Pesaro ma d’Italia -  Annibale degli Abbati Olivieri - che compì una azione che non era molto usuale allora: decise di donare tutta la sua enorme collezione di libri, reperti archeologici e monete alla città. Dopo il suo gesto altri collezionisti, letterati e studiosi decisero di aggiungere i propri libri e i propri beni perché formassero una raccolta davvero unica di materiale per tutti coloro che avevano amore per lo studio. Questo è ancora oggi il fondo della Biblioteca e del Museo Oliveriano.  Tutta questa straordinaria raccolta viene sistemata nel suo Palazzo, il palazzo Oliveri in piazza Olivieri, ma più tardi esso diventerà il Conservatorio Rossini e quindi dal 1892i il fondo dell’Oliveriana è sistemato in Palazzo Almerici, una strada più in giù, in via Mazza.

Dentro l’Oliveriana ci sono 354.000 volumi, pergamene, raccolte di documenti di conventi, dell’ex ospedale Psichiatrico, di reperti del sepolcreto di Novilara (di cui abbiamo parlato nella tappa 05), oggetti provenienti dal Lucus Pisaurensis, il luogo in cui le antiche popolazioni andavano a fare offerte agli dei e culti pagani (ne parliamo nella tappa 07) che lui stesso contribuì a “scoprire”.

Insieme a tanti altri reperti romani, c’è anche la copia della statua chiamata Idolino, di cui parleremo nella tappa 08.

Pesaro dunque deve a questo grande studioso la ricchezza della sua più antica biblioteca e gli studi sulla sua origine e fondazione.